lunedì 17 febbraio 2025
La dolce vita di Achille Lauro
Il film — uno dei più terribili, più alti, e a modo suo più tragici che ci sia accaduto di vedere su uno schermo — è la sagra di tutte le falsità, le mistificazioni, le corruzioni della nostra epoca, è il ritratto funebre di una società in apparenza ancora giovane e sana che, come nei dipinti medievali, balla con la Morte e non la vede, è la "commedia umana" di una crisi che, come nei disegni di Goya o nei racconti di Kafka, sta mutando gli uomini in mostri senza che gli uomini facciano in tempo ad accorgersene. [...] Polemica, simbolo, allegoria, atto d'accusa? Niente di tutto questo, Fellini si è volutamente tenuto lontano dall'opera "a tesi", ha evitato rigorosamente le intonazioni programmatiche, retoriche, moralistiche e ha preferito descrivere ai contemporanei i "mostri" di oggi [...]. E lo fa con una potenza drammatica, un impeto, una novità di linguaggio che, nonostante le riserve per la debolezza di taluni episodi (quando troppo insistiti, troppo scoperti o sgradevoli), iscrivono certamente il suo film tra le più "moderne" opere dell'arte del cinema. (Gian Luigi Rondi).....E allora Achille Lauro riprende una scena iconica per il suo album Incoscienti giovani un'altra Roma quella di periferia....ma di una stessa società che in un' epoca diversa si domanda si interroga....sulle note sonore ed allora cinematografiche di una ballata d amore....
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