venerdì 12 agosto 2011

E' UN'ALTRA LEI SEMBRA DIRE IL PITTORE



Esposto al Salon del 1882 l’anno prima della morte di Manet,il soggetto raffigura l’interno del bar delle Folies-Bergère, locale alla moda del divertimento di Parigi.
Lo spazio di rappresentazione è molto ristretto, comprendente appena il piano del bancone, e lo spazio retrostante in cui è raffigurata la cameriera Suzon, personaggio reale che Manet rappresenta in diversi quadri.



La barista rappresentata ha però uno sguardo triste e assente, alieno da quel fragore della folla del locale, metafora della crisi sociale dei tempi dell’industrializzazione e dell’aria delle città.
L’effetto di grande spazialità è dato dal grande specchio sulla parete di fronte nel quale si riflette lo spazio dilatato del locale.



Nel riflesso dello specchio vediamo a destra, molto decentrati, il riflesso della donna di spalle e il riflesso di un uomo che le sta di fronte. Questa visione non è possibile dal punto di vista frontale, e ci attesta come Manet nei suoi ultimi quadri è ormai al superamento definitivo delle leggi della prospettiva, superamento che negli anni successivi sarà anche sperimentazione di Cezanne.

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