martedì 25 ottobre 2011

gioco in Branco-scout

Ho trovato un link che credo possa essere utile;

Fattezze tipiche della faccia riscontrabili nei bambini colpiti da autismo

dalla Stampa: WASHINGTON. Uno studio americano pare abbia individuato le fattezze tipiche della faccia riscontrabili nei bambini colpiti da autismo. Le fattezze specifiche del viso sarebbero osservabili solo con immagini tridimensionali. La scoperta secondo gli esperti potrà aprire la strada anche all’identificazione più precisa della cause della patologia che si formerebbe quindi nei primi mesi di gravidanza quando i lineamenti del viso iniziano a prendere forma in parallelo alla crescita del cervello. Il rapporto dell’università del centro di ricerca sull’autismo Thompson dell’università del Missouri, pubblicato sulla rivista specializzata Molecular autism, elenca queste caratteristiche che potrebbero essere indicative di autismo: parte superiore del volto e occhi più ampi del normale; parte centrale del viso, ossia naso e guance, più brevi; bocca solitamente più larga. Condotto dal professore di anatomia Kristine Aldrige, lo studio ha analizzato poco più di un centinaio di giovanissimi tra gli 8 e i 12 anni, mettendo a confronto i lineamenti di 64 bambini autistici con quelli di 41 perfettamente normali. Le facce sono state fotografate e scannerizzate con tecnologie tridimensionali, il viso di ogni ragazzino è stato trasformato virtualmente in una mappa con 17 specifici punti di riferimento. Quando Aldrige ha confrontato la geometria dei volti è quindi emerso un modello statisticamente significativo delle caratteristiche tipiche riscontrabili nei volti dei piccoli autistici.

-Facial phenotypes in subgroups of pre-pubertal boys with autism spectrum disorders are correlated with clinical phenotypes

Facial phenotypes in subgroups of pre-pubertal boys with autism spectrum disorders are correlated with clinical phenotypes Kristina Aldridge, Ian D George, Kimberly K Cole, Jordan R Austin, T Nicole Takahashi, Ye Duan and Judith H Miles For all author emails, please log on. Molecular Autism 2011, 2:15 doi:10.1186/2040-2392-2-15 Published: 14 October 2011 Abstract (provisional) Background The brain develops in concert and in coordination with the developing facial tissues, with each influencing the development of the other and sharing genetic signaling pathways. Autism spectrum disorders (ASDs) result from alterations in the embryological brain, suggesting that the development of the faces of children with ASD may result in subtle facial differences compared to typically developing children. In this study, we tested two hypotheses. First, we asked whether children with ASD display a subtle but distinct facial phenotype compared to typically developing children. Second, we sought to determine whether there are subgroups of facial phenotypes within the population of children with ASD that denote biologically discrete subgroups. Methods The 3dMD cranial System was used to acquire three dimensional stereophotogrammetric images for our study sample of 8- to 12-year-old boys diagnosed with essential ASD (n = 65) and typically developing boys (n = 41) following approved Institutional Review Board protocols. Three dimensional coordinates were recorded for 17 facial anthropometric landmarks using the 3dMD Patient software . Statistical comparisons of facial phenotypes were completed using Euclidean Distance Matrix Analysis and Principal Coordinates Analysis. Data representing clinical and behavioral traits were statistically compared among groups by using chi2 tests, Fisher's exact tests, Kolmogorov-Smirnov tests and Student's t-tests where appropriate. Results First, we found that there are significant differences in facial morphology in boys with ASD compared to typically developing boys. Second, we also found two subgroups of boys with ASD with facial morphology that differed from the majority of the boys with ASD and the typically developing boys. Furthermore, membership in each of these distinct subgroups was correlated with particular clinical and behavioral traits. Conclusions Boys with ASD display a facial phenotype distinct from that of typically developing boys, which may reflect alterations in the prenatal development of the brain. Subgroups of boys with ASD defined by distinct facial morphologies correlated with clinical and behavioral traits, suggesting potentially different etiologies and genetic differences compared to the larger group of boys with ASD. Further investigations into genes involved in neurodevelopment and craniofacial development of these subgroups will help to elucidate the causes and significance of these subtle facial differences.

Halloween divertente ed educativo: proposte in giro per l'Italia

Vediamo in giro per l'Italia proposte interessanti ed, alcune, anche economiche per i bambini per festeggiare una festa che ormai gli italiani hanno adottato in pieno;) Napoli (Castello al Maschio Angioino). “Fantasmi al Castello” unisce la festa di Halloween alla cultura napoletana: le guide dell’associazione organizzatrice ITINERA condurranno i partecipanti attraverso il Maschio Angioino raccontando storie legate alle leggende e miti napoletani passando per la sala dell’Armeria, la Cappella, la Sala dei Baroni e le due sale del Museo con le porte del Castello. Durante il percorso curiosi personaggi prenderanno parte al racconto come le “anime pezzentelle”, ed ancora artisti e cavalieri che ci condurranno alla scoperta dei segreti del castello simbolo della città di Napoli. Napoli. L’associazione culturale INSOLITA GUIDA è ormai nota al pubblico napoletano per le simpatiche iniziative organizzate per scoprire i miti e le leggende di Napoli, e anche quest’anno come accade ormai da un po’ ci porterà alla scoperta dei fantasmi che popolano il centro storico di Napoli attraverso “Napoli: un fantasma in ogni vicolo – Halloween edition”. Una Napoli sconosciuta fatta di misteri e storie che ci faranno conoscere il lato più segreto della città in un percorso della durata di circa due ore che si terrà nelle date del 29.10.2011 – 01.11.2011. Bussolengo in provincia di Verona..il Parco Natura Viva propone Halloween in festa Questo, in sintesi, quanto proposto.... Nelle quattro giornate si potranno vedere e conoscere meglio gli animali del Parco, ci si potrà trovare di fronte ad allegre zucche scolpite, che spesso nasconderanno cibi o giochi a misura di animali... ma non solo! Tutti i bambini e i ragazzi saranno invitati a preparare di persona queste speciali merende per gli animali... Attenzione! … riuscire a seguire le speciali ricette sarà difficile, perché i folletti e le streghe che affolleranno il Parco ce la metteranno tutta per …metterci lo zampino! Ecco il link: http://www.parconaturaviva.it/News-ed-eventi/Eventi/halloween-2011 A Firenze in una libreria http://www.firenzetoday.it/eventi/halloween-bambini-31-ottobre-2011.html Milano – Halloween al Parco Solari. Pronti a costruire una zucca di Halloween? E una lanterna per illuminare la notte più misteriosa dell’anno? Venite in costume, e pieni di voglia di divertivi, festeggiamo al parco aspettando la sera. il 27 ottobre, alle ore 15. Evento gratuito indicato per bambini dai 3 anni in su.

Giochi antichi

Mi trovavo circa un mese fa a Verona e li' in alcune piazze, chiuse al traffico, c'era un'associazione che promuoveva l'uso di giochi antichi. E' stato bello vedere come tanti bambini si divertissero e si cimentassero in giochi per loro nuovi e sconosciuti. Potrebbe allora essere educativo realizzare con loro questi giochi e poi divertirsi ad usarli insieme per coinvolgerli in attività che implicano i sensi, l'orientamento, l'abilità manuale, il movimento e ricordare anche con l'aiuto dei nonni il periodo storico in cui sono nati ;) Vi taggo alcuni link interessanti :)

lunedì 24 ottobre 2011

Pet-therapy


Deriva dalle osservazioni dello psichiatra infantile Boris Levinson, che già nel 1961 aveva eletto il cane come perfetto co-terapeuta, notando come i bambini autistici o con problemi psicologici che si recavano nel suo studio interagivano molto meglio con il suo cane che con lui. Cosa rende il cane un buon co-terapeuta? L’animale è istintivo, ama la compagnia e ama soprattutto i bambini, non interpreta i loro comportamenti, non giudica, si avvicina in modo naturale per stabilire un contatto, per giocare, per farsi coccolare. ....e sui siti innumerevoli storie che mostrano l'efficacia di questa terapia....

bibliografia reperibile
href="http://www.graziellatondi.net/graziella_tondi.html">

sabato 22 ottobre 2011

Danceability


Leggendo un giornale dedicato allo sport ho scoperto un interessante progetto effettuato dall'azienda sanitaria locale di Ravenna.


DanzAbile è un progetto che ha lo scopo principale di promuovere il rapporto terapeutico e aggregativo della Danza nei confronti delle persone disabili.Dopo i primi anni di sperimentazione e di formazione, grazie al sostegno dell'Assessorato alle Politiche sociali del Comune di Ravenna e del Consorzio per i Servizi Sociali di Ravenna, Russi, Cervia, si sono potuti mettere a confronto operatori del settore, danzatori professionisti e disabili. Il fine del lavoro proposto è da un lato lo sviluppo delle capacità espressive e comunicative dei partecipanti, dall'altro è quello di fornire un servizio di utilità sociale effettuando allo stesso tempo un'azione di sensibilizzazione a favore di coloro che sono in contatto per lavoro, per necessità o per motivazioni personali con soggetti diversamente abili.Nell'ambito del progetto si possono sviluppare ulteriori ragioni di arricchimento, di scambio e di crescita per i danzatori professionisti e gli operatori sociali, che hanno la possibilità di affinare la propria sensibilità espressivo-corporea e di sperimentare nuove modalità di relazione con il deficit fisico; nello stesso modo le persone disabili hanno l'opportunità di impiegare il proprio tempo libero in un'attività creativa, aggregante e inusuale per persone con deficit motori.

Cos'è la DanceAbility?

In generale la Danceability è una tecnica che permette a persone abili e disabili di incontrarsi per danzare insieme, attraverso un percorso di ricerca che sfrutta le abilità fisiche ed espressive individuali.
Lo scopo è quello di rendere accessibile il linguaggio della danza a tutte le persone interessate, senza preclusioni di età, di esperienza o di condizione fisica e mentale.
La danza si sviluppa attraverso la tecnica dell'improvvisazione, basata sulla consapevolezza di sé, sulla relazione e la fiducia reciproca, si possono fare nuove esperienze, con le proprie diverse abilità, nel muoversi con gli altri andando oltre i limiti a cui si è abituati.
Si è sviluppata negli Stati Uniti, utilizzando i principi della Contact Improvisation, grazie all'impulso di Alito Alessi, danzatore e coreografo, direttore della Joint Forces Dance Company. Non è una "terapia", né una "danzaterapia", ma un'espressione artistica e creativa vera e propria.

I

mercoledì 19 ottobre 2011

Facesay per bambini autistici


Postiamo un interessante informazione .....
FaceSay™ is the only Social Skills Software with peer reviewed evidence (read paper) that it improves the social interactions of students with Autism on the playground, where it counts.

La cosiddetta "Sindrome di Asperger" è considerata una forma dello spettro autistico, caratterizzata da «una persistente compromissione delle interazioni sociali, schemi di comportamento ripetitivi e stereotipati, attività e interessi molto ristretti». Non comporta però «significativi ritardi nello sviluppo del linguaggio o dello sviluppo cognitivo». FaceSay è un gioco di abilità, ideato da Symbionica, che «sembrerebbe essere d'aiuto (...) riconoscerebbero meglio i volti, le emozioni e le espressioni facciali (...) È molto probabile che i bambini con l'ASD evitino il contatto con le altre persone a causa del fatto che non riescono a riconoscere il volto di una persona e comprenderne le emozioni. Per capire il ruolo che il videogame aveva sui bambini autistici, sono intervenuti gli psicologi dell'Università dell'Alabama a Birmingham».

Lo studio, pubblicato sul "Journal of Autism and Developmental Disorders" sembra aver dato risultati positivi: «tutti i bambini che utilizzavano il videogame riuscivano a interagire molto meglio con gli altri bambini, anche quelli che magari incontravano al parco».

FaceSay si può scaricare in versione "classroom" e provare gratis per un mese. Tra animali parlanti e giochi on line, è indubbiamente una ambiente intrigante, con cui qualsiasi bambino probabilmente si misura volentieri. E la "barriera" della lingua inglese, per chi madrelingua inglese non è, può rivelarsi un motivo in più per giocarci e allenare anche l'orecchio. E' comunque allo studio - e già utilizzabile - una versione di FaceSay in italiano.

Colorando con le dita


Oggi a scuola abbiamo sperimentato i colori con le dita. Le alunne future operatrici sociali hanno compreso a fondo questa tecnica. Hanno appurato anche come, ad una certa età, diventi piu' difficile usare il tatto anche per colorare. Alcune avevano anche difficoltà nel credere che non fossero nocivi. Alla fine una riflessione...non far usare contemporaneamente piu' colori di diversa natura perchè i bambini potrebbero fare confusione e usare le dita anche per le tempere ...
Vi posto dei lavoretti carini in prossimità di halloween....

http://www.ideamamma.it/category/idee-creative/con-mani-e-piedi/
http://www.ideamamma.it/2011/10/12/limpronta-della-mela/

Lim per l'integrazione


Lavagna Interattiva Multimediale è ormai entrata in molte classi italiane, ma qual è la sua funzione e soprattutto serve ai fini dell'integrazione di alunni con disabilità?
Bene iniziamo dalla definizione di LIM.....
Dispositivo digitale che assomiglia ad una classica lavagna bianca per forma e dimensioni, ma consente molto di più nell'attività didattica.
E' collegata ad un personal computer, spesso nascosto, il cui schermo viene proiettato sulla lavagna da un proiettore digitale installato in maniera opportuna.

Consente quindi da un lato di ampliare le opportunità di fruizione dei contenuti grazie alle capacità multimediali insite nelle tecnologie informatiche, dall'altro di offrire l'utilizzo simultaneo a tutti gli allievi, conservando quindi il consueto paradigma didattico centrato sulla lavagna.

A tal fine citiamo le considerazioni di un docente, Roberto Gagliardi, che ci sembrano particolarmente interessanti:

L'insegnante deve essere presente durante tutto il processo d'insegnamento apprendimento, ma non nella posizione centrale del docente che, davanti alla lavagna, trasmette contenuti alla classe che sta dall'altra parte. La zona centrale di azione diventa luogo comune tra allievi e docente che diventano i soggetti, gli attori dell'apprendimento Si può riempire la lavagna di disegni e scritte per gioco, se si vuol stimolare la creatività e la fantasia, ma è soprattutto uno strumento di apprendimento, una risorsa didattica. L'azione dell'insegnamento deve essere di conseguenza strutturata, seguire una metodologia precisa nel proporre i contenuti da apprendere e gli obiettivi da raggiungere, ma l'apprendimento, per essere significativo e non solo meccanico, deve avvenire, nell'ambito del luogo di azione, attraverso una negoziazione dialogica dei contenuti. Il concetto deve essere condiviso tra insegnante ed allievi in modo da diventare un patrimonio di conoscenza comune.



Non è solo la conoscenza dell'insegnante trasmessa all'allievo, ma è l'integrazione della conoscenza delle fonti di riferimento: insegnante, libro di testo, risorse mediatiche, internet e le esperienze e le conoscenze dell'allievo, che deve avvenire come attraverso un processo di scoperta e reinvenzione dei significati.

Gagliardi prosegue analizzando questo processo:
L'utilizzo della LIM, grazie al tracciamento delle sequenze didattiche, facilita l'azione educativa, infatti, evidenzia chiaramente le tappe del processo di insegnamento/apprendimento che comporta, secondo la strategia del problem solving, le fasi cicliche di programmazione (planning), di attività (acting), di osservazione (monitoring) e di riflessione (analysing).

In una articolo la prof.ssa R. Spagnoli afferma a tal riguardo: L’uso della LIM può, tra le nuove
tecnologie, essere un approccio in
grado di facilitare processi positivi di
tipo inclusivo in grado di riconoscere le
specificità, le esigenze e le potenzialità
di ciascun studente e l’uso valorizzato
delle differenze individuali. La LIM per
sua natura è già intrinsecamente inclusiva, rispetto ad altri strumenti o ausili,
ha un carattere universale, si rivolge
cioè già a tutti gli alunni, non soltanto a
quelli con qualche tipo di difficoltà.
Come usare allora la LIM per produrre maggiore inclusione? Organizzando la didattica in modo inclusivo,
ovviamente, sfruttando per questo
anche le possibilità che il nuovo mezzo
senza dubbio possiede. Ogni strumento che viene inserito nel percorso
formativo di uno studente, nel nostro
caso la LIM, anche e soprattutto in difficoltà, deve essere pensato in vista del
perseguimento di obiettivi a breve,
medio e lungo termine.
Pertanto, come insegnante di sostegno, credo sia importante la formazione della LIM per comprendere ed approfondire questa tecnologia come processo di inclusione.

domenica 16 ottobre 2011

Informatica per i bambini


ISA. Oggi, nell’auditorium del Cnr, in via Moruzzi, l’Istituto di informatica
e telematica (Iit) illustrerà, nel convegno su “Autistic behavior
computer-based didactic Sw”, un nuovo software per facilitare l’apprendimento
scolastico e non solo di bambini che soffrono di autismo. I ricercatori
dell’Iit presenteranno i primi moduli didattici utilizzabili col computer ed il
software di monitoraggio del grado di apprendimento dei bambini.

Il software sarà testato da 7 allievi di differenti scuole toscane e, a fine
anno scolastico, si potrà avere un rendiconto puntuale dei suoi vantaggi. «I
bambini autistici - spiega Maria Claudia Buzzi, ricercatrice dell’Iit - possono
avere notevoli difficoltà di apprendimento, ma apprezzano molto la tecnologia,
perché dà loro una risposta univoca e ripetibile. Il software è pensato per un
intervento precoce e intensivo in un’età compresa tra nido e materna, con
bambini che non parlano e sono poco ricettivi, ma può essere utile anche con
ragazzi più grandi». La filosofia alla base del progetto finanziato dalla
Regione è la condivisione della conoscenza. Tutto il materiale, infatti, e in
particolare i software didattico e di monitoraggio, sarà scaricabile gratis
dall’apposito sito web. Al progetto hanno partecipato con l’Iit anche,
l’Isti-Cnr, il Dipartimento di informatica del nostro ateneo, e le associazioni
Asa e Lasa, oltre alle scuole dei Comuni di L! ucca, Lammari e Capannori.

sabato 15 ottobre 2011

ALTALEGGIBILITA'


Ascoltavo qualche giorno fa per televisione un'interessante proposta editoriale della casa editrice Biancoenero edizioni che ha creato una collana di libri rivolti, per adesso, ai piccoli lettori tra gli 8 e i 10 anni, che segue precisi criteri linguistici e tipografici per facilitare la lettura, senza però rinunciare alla qualità e allo stile della narrazione. Vi elenco le caratteristiche del progetto che credo siano molto interessanti.



Caratteristiche del progetto:

- controllo sintattico e lessicale
adattamento dei testi con strutture sintattica non troppo complesse, nel rispetto del tessuto narrativo
periodi di lunghezza contenuta, soggetti dell'azione espliciti
controllo lessicale, perché all'interno della stessa pagina non ci siano troppi termini 'difficili'
- abbattimento delle barriere tipografiche:
carattere open-type (font originale biancoenero©) con lettere speculari differenziate, studiato per i dislessici
paragrafi spaziati per rendere la pagina più leggera
righe di lunghezza irregolare per seguire il ritmo della narrazione
carta color crema che stanca meno la vista