mercoledì 1 settembre 2010

Giocando con la musica

http://www.educare.it/Handicap/Musicoterapia/deficit_come_pausa.htm

5 commenti:

donatella savastano ha detto...

La musicoterapia letta con gli occhi di Larocca...
Nella musicoterapia, l'educazione all'ascolto ed alla produzione dei propri ritmi interiori, la musica, mediatore analogico commisto a quelli dell'esperienza diretta e della simbolizzazione sonora, attrae potentemente la persona a divenire personalità; e così la musica mentre attiva tutta la persona, cura più o meno direttamente il sinergismo organico e i sinergismi funzionali dinamizzandoli, entro il moto d'ogni organo-strumento corporeo, vicariando o stimolando l'organo e le funzioni deficitarie......

Adriana ha detto...

E' interessante..Un'esperienza che attiva il corpo perche' inizi un processo si autosanamento, connettando la sua parte fisica, mentale e animica. L'individuo come un complesso equilibrio dato dalla vita e dall'attivita' di ogni singolo pezzetto che lo compone, creando un flusso che e' come una musica interna che lo attraversa e che desidera il suo benessere,che desidera portargli luce.

carol ha detto...

MUSICOTERAPIA E MALATTIA DI ALZHEIMER


Nel 2001 l’America Accademy of Neurology ha indicato la musicoterapia come una tecnica per migliorare le attività funzionali e ridurre i disturbi del comportamento nel malato di Alzheimer. Ciò è possibile perché la musica sembra rivelarsi una via di accesso privilegiata per contattare il cuore dei malati che preservano intatte certe abilità e competenze musicali fondamentali (intonazione, sincronia ritmica, senso della tonalità), nonostante il deterioramento cognitivo dovuto alla malattia.
Le persone colpite dall’Alzheimer sin dall’inizio presentano una graduale perdita delle funzioni mnestiche (orientamento, memoria a breve termine e disturbi cognitivi), alla quale si associano comportamenti inadeguati e pericolosi: vagabondaggio ossessivo e aggressività, ansia e depressione. Successivamente si verifica una progressiva e sempre più grave compromissione del linguaggio, una diminuzione dell’emotività e dell’iniziativa (apatia) e un incremento dell’ostinazione.
La malattia, cagionata da una grave degenerazione dei neuroni cerebrali, oggi riveste una grande rilevanza sociale, a causa del progressivo invecchiamento della popolazione; si calcola che essa sia responsabile di oltre la metà dei casi di demenza senile, che riguarda un numero molto alto di soggetti anziani (circa il 10% della popolazione sopra i 65 anni, e un 30% della popolazione sopra gli ottanta).
Convivere e prendersi cura di una familiare colpito da questa malattia, ancor oggi pressoché incurabile, è difficile e gravoso.
Nei malati di Alzheimer la terapia farmacologica è diretta a contrastare alcuni aspetti di un quadro clinico destinato ad un inevitabile peggioramento, e quella verbale, a causa dei gravi deficit mnemonici, cognitivi e linguistici che accompagnano i pazienti, non può essere avviata. Si deve perciò ricorrere a pratiche riabilitative e terapeutiche che coinvolgano il paziente, lo stimolino in modo adeguato, cercando di mantenere e ravvivare il suo interesse con il mondo esterno e con gli altri; per questo sempre più geriatri ritengono utile e necessario incoraggiare gli anziani a seguire terapie espressive, tra le quali la musicoterapia , che hanno come obiettivo quello di migliorare la qualità della vita, oltre a rivitalizzare l’umore, ridurre l’aggressività e, ovviamente, stimolare la memoria!Ho letto per caso qst articolo ed ho pensato alla mia cara nonna che se n'è andata a causa di qst malattia.Sinceramente non sapevo che qst tipo di terapia sarebbe potuta servire anche alla mia nonnina anche se sono sicurissima che avrebbe (a suo modo)apprezzato l'idea sikkome era una canterina DOC...amante della MUSICA!...Ed oggi resta il rimorso di non aver fatto abbastanza FORSE!

donatella savastano ha detto...

Dato che questo argomento ha nutrito l'interesse di molti condivido con voi quanto ho letto un po' di tempo fa'. Alcuni studiosi, presso il Tabriz Oncology Center in Iran, hanno esaminato gli effetti della musicoterapia in 100 pazienti sottoposti ad aspirazione del midollo osseo. I pazienti sono stati suddivisi, in modo casuale,in due gruppi. Solo in uno di essi si faceva ascoltare la musica durante la procedura. I partecipanti sono stati invitati a compilare il test di valutazione “Spielberger State-Trait Anxiety Inventory” prima e dopo la procedura riportando l’intensità del dolore su una scala analogica visiva. I risultati ottenuti evidenziano che i pazienti che avevano ascoltato musica mostravano un minore stato di ansia e un minor livello di dolore.

donatella savastano ha detto...

http://stress.about.com/od/tensiontamers/a/music_therapy.htm