mercoledì 8 settembre 2010

Giocare con l'arte


Qualche mese fa', presso la SSIS, ho effettuato un lavoro che, successivamente, mi hanno chiesto di esporre durante un convegno.
L'argomento riguardava l'uso del tatto per implementare lo studio dell'arte nelle persone cieche. L'dea di questo studio parte da molto lontano quando un giorno da piccola vidi un bambino cieco che toccava le musicassette e veniva per questo strillato dal padre....Quell'immagine è rimasta per sempre nella mia mente...Allora piansi senza dire niente a nessuno...da bambina già percepivo quanto accaduto come una sorta di ingiustizia. Il tatto rappresentava per quel bambino un modo per consocere cio' che lo interessava e lo circondava.....
C'è molto da dire, ma parto dal pensiero di un'educatrice che ha lavorato col figlio del famoso B. Munari....
"Che cosa possiamo fare con i nostri figli, nipoti, allievi e piccoli amici per stimolare la loro curiosità, suscitare interessi - magari creando le basi per future "passioni"- e promuovere il loro desiderio di capire e conoscere?
Impariamo a osservare insieme ai bambini il mondo che ci circonda, a scoprire come sono fatte le cose: accarezziamo con il "tocco leggero"; guardiamo e ascoltiamo con occhi e orecchie attente; usiamo le mani... così potremo affinare e sviluppare le loro percezioni sensoriali e conservare le nostre.
Proviamo a porre domande invece di voler spiegare tutto noi... li guideremo a fare delle scoperte in modo autonomo. Aiutiamoli a usare tutti i sensi, a costruire e reinventare da soli il loro mondo!"

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